Resistere, pedalare, resistere

resistenza
Domenica 25 aprile pedalata sui luoghi della resistenza in città. Giro breve nel centro storico adatto e aperto a tutti.
Partenza da Piazza Matteotti alle ore 9.30.
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Storicamente la bicicletta è sempre stata usata dai ceti popolari: per recarsi al lavoro, ma anche per attività politiche. Il generale Beccaris, durante i moti del maggio del 1898 a Milano vietò nella provincia di Milano la “circolazione delle Biciclette, Tricicli e Tandems e simili mezzi di locomozione”.
Anche durante l’occupazione, i nazifascisti tentarono di proibire l’uso della bicicletta perchè svolgeva un ruolo logistico e strategico per le azioni dei partigiani impegnati nella lotta di Liberazione.
Alla Resistenza presero parte,  accanto ai combattenti partigiani, alle collegatrici e alle staffette, numerosi ciclisti: Bartali, Bevilacqua, Bottecchia, Ganna, Lorenzini, Martini, Pasotti, Pezzi, Romagnoli, Po, Zanelli, Zanzi e altri.
Nel dopoguerra, la bicicletta fu molto diffusa, specialmente nelle campagne. Per i braccianti era l’unico mezzo di locomozione. Era usato, oltre che per il lavoro, in occasione di scioperi e manifestazioni. Contro le biciclette, appoggiate nelle sponde dei fiumi, si accanivano con particolare durezza, schiacciandole e rendendole inutilizzabili, le camionette della polizia di Scelba.

Tratto da: Giannantoni F. e  I. Paolucci, La bicicletta nella Resistenza 2007 Edizioni Arterigere, 12 euro.
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