Domenica 24 marzo in bici per scoprire i tesori del Polesine con il FAI, Fondo ambiente italiano. Polesella come non l’avete mai vista, in occasione della XXI giornata FAI di primavera.
Accompagnati dalle guide del FAI, faremo visita ad importanti beni architettonici della città.
Programma
Ore 9.00 ritrovo in piazza V. Emanuele II
-Partenza per Polesella via Arquà Polesine
Ore 11.00 arrivo a Polesella e visita guidata
-Pranzo al sacco
Ore 14.00 Ritorno a Rovigo con nuovo itinerario
Lunghezza totale: 36 km
Quota d’iscrizione comprensiva di assicurazione:
€ 2,00 soci Fiab; € 3,00 non soci; minori 50%
Si consiglia di partecipare con la bicicletta in ordine, le ruote gonfie ed una camera d’aria di scorta.
Volantino .pdf
Villa Morosini, Secolo XVI.
(Foto tratta da commons.wikimedia.org)
La storia di Polesella
Alla fine del Xlll secolo sorgevano qui un porto con un ‘passo’ sul fiume, un’osteria e poche abitazioni. I Duchi d’ Este venivano a praticarvi la caccia al cinghiale, sicchè si deduce che la zona doveva essere allora piuttosto selvaggia e poco abitata.
Durante la ‘guerra del sale’ nel 1482 Polesella tu al centro d’una importante battaglia tra i Veneziani e gli Estensi, che avevano qui installato nel fume loro fortificazioni. In seguito alla pace del 1485 il paese venne compreso nei domini di Venezia.
Nella guerra scoppiata successivamente tra Venezia e la Lega di Cambrai, della quale facevano parte anche gli Estensi, di nuovo Polesella, il 22 dicembre 1509, fu teatro d’una grande battaglia navale in cui perse la vita Ludovico I° Pico della Mirandola e che venne ricordata dall’Ariosto nell”Orlando Furioso’.
Le terre della zona vennero dalla Repubblica assegnate a famiglie patrizie di Venezia, che qui costruirono loro ville; intorno a queste sorsero le prime borgate contadine i cui abitanti furono impegnati nella bonifica e nella coltura dei terreni che venivano gradualmente sottratti alle acque.
Durante la dominazione veneziana e soprattutto nel corso del Settecento vennero realizzati presso il sostegno di Polesella imponenti lavori in muratura offrendo sicurezza a tutto il paese che si affacciava sul fiume e dal commercio attraverso il Po e la Fossa ricavava notevoli benefici economici. Al sostegno di Polesella hanno lavorato l’architetto ferrarese Biagio Rossetti e i maggiori idraulici della repubblica veneta.
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Nel Settecento la sede parrocchiale da Raccano venne trasferita a Polesella e nello stesso secolo vennero realizzati altri due edifici sacri: la cappella annessa a Ca’ Rosetta e la chiesa degli Eremitani di Sant’Agostino situata nel luogo ove oggi sorge il municipio. Nel 1892 un violento ciclone danneggiò gravemente la chiesa di Sant’Agostino come pure Palazzo Grimani del secolo XVII, del quale oggi rimangono poche tracce.
Nonostante queste perdite architettoniche Polesella si impone per il numero e l’interesse degli edifici sacri e civili che conserva e donano alla località una nota di accoglienza e distinzione .
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Il paese ha mutato notevolmente il suo aspetto dopo l’alluvione: una larga strada fiancheggiata da nuove abitazioni e negozi occupa il posto che fu della Fossa Polesella; sono sorte nuove aree residenziali rendendo più moderno l’aspetto del paese, mentre sono state sgomberate le abitazioni in golena, dove resta il vecchio spopolato borgo Santa Maura ormai come un monumento a testimoniare l’antica vita che si svolgeva un tempo nel paese, prima che il Po ne mutasse la fisionomia.
Nel passato infatti erano numerosi qui i pescatori e i barcaioli: c’erano sulla riva ben sette moli d’attracco – il che faceva dire con orgoglio e ironia che se ‘Roma è la città dei setti Colli, Polesella è il paese dei sette moli’. Ognuno dei moli aveva un suo nome, alcune volte riferito a persone, per cui c’era il molo Ciolina che ricordava una pescivendola quello Clelia, e quelli Giarretta, Giussona, Bison, Chiavica, Sostegno.
(Tratto da wwww.comune.polesella.ro.it)