
Abbiamo provato a confrontare le registrazioni di Pm10 fatte da ARPAV in due semestri: il semestre da ottobre 2021 a marzo 2022 e il semestre da aprile 2022 e settembre 2022. Due semestri molto diversi e caratterizzati il primo dalla presenza dei riscaldamenti domestici potenzialmente accesi e il secondo dove sono spenti. Il primo con un clima più rigido caratterizzato da nebbie e scarso ricambio d’aria e un secondo da un clima più mite ma che coprono sostanzialmente un anno solare. Emerge chiaramente che nel primo semestre la presenza dell’inquinante Pm10 nell’aria rodigina è più del doppio (come media) rispetto al secondo semestre ovvero 43,2 microgrammi per metro cubo contro 19,4.
Possiamo quindi supporre che in entrambi i semestri abbiamo una base costante di circa 19 µg/m3 che possiamo attribuire con una certa approssimazione ad una unica fonte: il traffico automobilistico.
Prima di provare a trarre delle conclusioni, facciamo chiarezza su quali sono i limiti previsti per le Pm10 in Italia. La media annuale non deve superare la concentrazione di 40 µg/m3, ed è evidente che siamo abbastanza tranquillamente sotto questo limite (ovvero 31,3). Se, invece che alla normativa UE, facciamo riferimento alle linee guida dell’OMS il limite previsto è di solo 15 µg/m3 come media annuale. Un valore che non riusciamo a raggiungere neanche nei mesi più favorevoli e che invece doppiamo anche come media annuale.

Un secondo “limite” imposto dalla normativa riguarda le giornate annuali di sforamento dei 50 µg/m3 giornalieri, attualmente il Comune di Rovigo ha già raggiunto questo limite il 10 marzo 2022 ovvero 35 giornate sopra i limiti.
Come provare a rientrare nei limiti di legge previsti?
Se, quel 19,4 µg/m3 attribuito al traffico automobilistico che vediamo costante nel semestre primaverile-estivo e che supponiamo rimanga costante anche nel periodo autunnale-invernale, riuscissimo a dimezzarlo ci potremmo avvicinare al limite previsto dall’OMS (con una probabile media di 21,6 µg/m3) e soprattutto ridurremmo il numero degli sforamenti (dai nostri calcoli) di circa 15 episodi, riuscendo probabilmente ad evitare di violare il limite dei 35 annuali imposti dall’UE.
In conclusione se si dimezzasse il traffico automobilistico a Rovigo potremmo sconfiggere lo smog che ci attanaglia da anni. Un’impresa ardua, ambiziosa ma che ci appare inevitabile visto l’impossibilità di intervenire, più di tanto, sul riscaldamento domestico. Se i residenti a Rovigo scegliessero come mezzo principale di trasporto urbano la bici, probabilmente questo obiettivo non sarebbe impossibile di raggiungere.