In questi giorni di gennaio di aria di scarsa qualità per una importante presenza di polveri sottili è il momento giusto per chiederci: come sono andate le concentrazioni di Pm10 nel 2023 a Rovigo?
Il primo dato che salta agli occhi è che ancora una volta non siamo riusciti a stare all’interno dei parametri europei di limite per sforamenti annui ovvero il non superare i 35 giorni con concentrazioni superiori ai 50 microgrammi per mq. Gli sforamenti sono stati ben 55, comunque meno del 2022 dove ne abbiamo avuto 65 ma in linea con 2021 dove sono stati 53. Alzando lo sguardo alla serie storica (dal 2004) è chiara la tendenza che vede una trend di calo del numero degli sforamenti.

Ma concretamente quanto è “sporca” la nostra aria? Il dato dei meri sforamenti non dice molto. Molto più interessante sono i valori relativi alla concentrazione media di Pm10 nel 2023. Il dato, elaborato da FIAB sulla base dei bollettini giornalieri di ARPAV, ci dice che abbiamo avuto una media 31 µg/m3. Il dato in questo caso è positivo, perché ci vede ben al di sotto del limite europeo di 40 µg/m3 ma il doppio rispetto al limite consigliato dall’OMS ovvero 15 µg/m3. La tendenza comunque in un’ottica di più grande respiro ci fa notare anche qui un trend di riduzione delle concentrazioni (nel 2022 era 32, nel 2021 era 30) seppur con un calo molto contenuto per non dire praticamente impercettibile, purtroppo.

Un dato ancora più interessante lo possiamo ricavare guardando i valori medi mensili. I mesi con l’aria più “sporca” sono stati febbraio (63 µg/m3) e dicembre (52 µg/m3) e quelli più “puliti” maggio (14 µg/m3) e aprile (18 µg/m3). In generale “solo” cinque mesi hanno valori al di sopra della media annuale ovvero quelli più freddi (gennaio, febbraio, ottobre, novembre e dicembre) e solo uno (maggio) sotto la media annuale prevista dall’OMS ma ben 11 se invece prendessimo la media prevista dall’UE.

In conclusione, potremmo dire che va bene ma non benissimo. C’è ancora molto da fare in particolare crediamo che se si riuscisse a ridurre anche solo di 10 µg/m3 su base mensile probabilmente avremmo un valore medio molto più prossimo ai limiti dell’OMS ma soprattutto rispetto a quelli che saranno i nuovi valori limite proposti dall’UE ovvero una media annua di 20 µg/m3. E che cos’è quello che provoca una produzione costante di pm10 durante tutto il periodo dell’anno? Senza dubbio il traffico. E senza privare nessuno del “piacere” di guidare, crediamo che si possa lavorare ancora molto su questo fattore. Come? Attuando una effettiva Città30: leggere per credere.


tutto bene, ma stupidaggine la chiosa finale che vede nel traffico il driver per diminuire gli sforamenti di PMS (premesso che ridurre il traffico veicolare inquinante è – banalmente -sempre buona cosa); il 90% delle PMS sono prodotte dal riscaldamento civile, come documentato da tempo da ARPAV, e come dimostrato inequivocabilmente dal lockdown di tre anni fa (https://www.arpa.veneto.it/++api++/arpav/comunicati-stampa/archivio-comunicati/comunicati-2020/inquinamento-dellaria-in-veneto.-perche-la-riduzione-del-traffico-per-l2019emergenza-covid-non-incide-sulle-polveri), e in tal senso non si sta facendo veramente nulla per rendere tale riscaldamento meno impattante (per esempio mettendo fuori legge caldaie a gasolio e rendendo – de facto – il riscaldamento a biomasse/pellet non conveniente, anzi, il caro gas ha fatto aumentare negli ultimi anni i sistemi di riscaldamento alternativi più inquinanti
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Questi sono dati ARPAV e le emissioni residenziali non sono il 90% come da Lei sostenuto.
Credo che non abbia cliccato sul link finale che suggeriamo di leggere, lo trova qui https://www.bolognacitta30.it/vantaggi/#pp-toc-pb4fvwjqc2s3-anchor-1
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