Terzo appuntamento de la biciraccontata dove incontreremo Michele Marziani, autore di due romanzi: Umberto Dei e Nel nome di Marco. Due differenti storie che prendono spunto da vicende vere. Appuntamento ore 21.15 presso la Sala Polivalente di Piazza TIenanmen.
Interviene il giornalista Franco Pavan. Letture a cura di Lucia Bellini.
Umberto Dei. Biografia non autorizzata di una bicicletta (Ediciclo Editore, 2014) racconta un mondo che si muove ancora a passo d’uomo. Quella bicicletta non era una bicicletta qualunque. Era una Umberto Dei, modello Imperiale, anni Trenta, un vero classico dell’eleganza a due ruote. Nera, ovviamente. Gli occhi di Nas, il ragazzo uzbeko capitato un pomeriggio nella ciclofficina lungo la Martesana, a Milano, non se la sono lasciata sfuggire nella penombra del retrobottega.
Comincia da qui la strana amicizia tra Arnaldo Scura, meccanico ciclista, molte vite alle spalle, non tutte felici, e il ragazzo con la pelle scura che, chissà come, pare conoscere alla perfezione le biciclette: telai, mozzi, forcelle, catene, corone, pignoni…
Nella Milano dei Navigli, ancora popolare e già multietnica, una storia sulle differenze e sulle diffidenze da cui nascono le paure. Un tributo a Milano, al lavoro, alla bicicletta, all’amicizia e all’integrazione razziale.
Una storia sfaccettata, in cui le vicende individuali si uniscono ad aspetti sociali.
“Marziani, col suo racconto lieve ma plausibile, sembra voler suggerire che un altro sguardo è possibile, se non ci si ferma alla banalità di punti di vista ottusi e di preconcetti stereotipati e triti.”
Manuela Angelini
Nel nome di Marco è (Ediciclo Editore, 2013) un romanzo che ruota attorno a un argomento spinoso affrontato con grande coraggio. Una storia che prende spunto da un corridore (Pantani) entrato nel mito per parlare d’altro: una storia d’amore tormentata (il protagonista è un sacerdote che lascia la tonaca per vivere con la sua donna), una paternità ancora più lacerata (dalla coppia nasce Marco, affetto da sindrome di down), una deriva umana, riscattata alla fine da una svolta semplice e sconvolgente. In controcanto, la passione del protagonista per il “Pirata“, di cui il libro segue l’ascesa e la caduta.
Un romanzo che parte in sordina, tra le corse di un Pantani all’apice che fa sognare gli appassionati di ciclismo, e la vocazione di un giovane sacerdote che – in virtù della sua fede – crede di poter dimenticare d’essere principalmente un uomo, con le conseguenti debolezze e vulnerabilità, utilizzando il suo campione come metafora della vita, così densa di salite e discese insperate.
“Marziani, lasciando al sacerdote-protagonista il compito di narrare in prima persona, ci guida nei meandri dell’anima di un uomo e scrive di don Fausto con una competenza approfondita, segno della profonda serietà del suo modo di scrivere.”
Susanna Trossero, Graphomania.