Secondo il 19° Rapporto annuale ecosistema urbano redatto da Legambiente e dal Sole 24 ore, Rovigo è all’84esima posizione su 104 capoluoghi.
L’aria è irrespirabile e la qualità ambientale diminuisce. Nel 2000 Rovigo occupava la 23esima posizione quest’anno l’84esima. Poca mobilità sostenibile, troppi rifiuti pro capite e poche zone verdi.
La ricerca di Legambiente, Ambiente Italia e Sole 24 Ore ha alla sua base decine di migliaia di numeri. Sono infatti oltre 100mila i dati che annualmente Legambiente richiede ai comuni capoluogo e che costituiscono l’ossatura del rapporto e consentono una fotografia dell’Italia delle città e una valutazione della qualità delle politiche messe in campo dagli amministratori pubblici.
A Rovigo le uniche eccellenza che si possono vantare sono la raccolta differenziata, superiore del 60% solamente 12 città in tutto lo stivale hanno questi valori, e la produzione di energie elettrica, 39esimo posto in classifica. Analizzando nel dettaglio la situazione rodigina, anche i rifiuti occupano una posizione bassa 85esimo posto, purtroppo non essendoci la raccolta porta a porta come in tutti i Comuni limitrofi al capolugo, nei cassonetti vengono conferiti anche i loro rifiuti e quindi la quantità pro capite aumenta a 657 chili l’anno.
Per la componente acqua Rovigo si colloca a metà classifica, 54esima posizione, sono ancora alte le perdite nella rete di acqua potabile. Per quanto riguarda l’aria occupiamo la 64esima posizione per l’ozono e la 42esimo per le polveri sottili.
80esimo posto si occupa nei trasporti, 63 rodigini su 100 possiedono un mezzo a motore, ed il 93esimo posto si occupa per l’utilizzo di mezzi pubblici. L’ambiente nel complessivo occupa la posizione 82: superficie di tutte le tipologie di verde sul totale della superficie comunale bassa, fanalino di coda posizione 92 per isole pedonali, posizione 73 per verde urbano fruibile, posizione 47 per ciclabilità.
Per il presidente regionale di Legambiente, Luigi Lazzaro nel Veneto “tutto è fermo in condizione di stallo non si sono realizzate nuove piste ciclabili o zone a traffico limitato e il verde non è aumentato. Di contro è peggiorato ancora l’inquinamento atmosferico e, anche se i rifiuti sono diminuiti del 20%, che è un dato positivo, la raccolta differenziata non è cresciuta significativamente”.
Venezia si conferma al primo posto per le grandi città. Tra i fiori all’occhiello, il verde pubblico e la mobilità collettiva: bus, vaporetti, piste ciclabili, bike haring e car sharing non hanno eguali. A Verona e Padova invece c’è il numero più consistente di pannelli solari. Nel capoluogo scaligero poi il consumo energetico è il più basso del Paese, grazie anche alla diffusione del teleriscaldamento su cui solo Torino la supera. Buone anche le politiche di recupero dei rifiuti (primo posto a Verona, terzo a Padova e quinto a Venezia) mentre l’inquinamento atmosferico rimane un serio problema. Biossido di azoto e Pm10 sono alle stelle con una concentrazione media di 48 microgrammi al metro cubo d’aria a Verona, 42 e 43 a Venezia e Padova. L’unica area con le polveri sottili entro i limiti in tutto il territorio regionale è quella dolomitica di Belluno: tra le montagne sarebbe drammatico se fosse diversamente. Sul fronte dell’ hi-tech e dell’innovazione, invece troviamo Venezia al 9˚ posto, Padova all’ 11˚, Vicenza al 21˚ al pari di Roma. Un risultato, per gli studiosi, più che soddisfacente.
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Fonte: Legambiente.it